C’è chi li ama, c’è chi li odia, chi li studia e chi ne è così terrorizzato da non poterli vedere nemmeno in foto: sono gli insetti, quelli che per qualche studioso (e non pochi) sono addirittura il vero cibo del futuro stante la crisi ambientale incipiente e la scelta sempre più caldeggiata di abbassare quantitativamente sia la coltura estensiva della terra che degli allevamenti di bestiame.
Di sicuro il fascino degli insetti su alcuni scrittori nella storia della letteratura mondiale è stato molto forte a partire dalla tradizione orale africana che ha nel ragno (la divinità Anansi) una centralità molto forte; fino a Kafka e Shakespeare, a tutta la letteratura a sfondo psicoanalitico oltre a quella horror e pulp tanto in voga oggi.
Seguendo una linea di pensiero più che ragionevole non è illogico pensare che quando le cosiddette classi di animali superiori oggi esistenti, come i mammiferi si saranno estinte, gli insetti continueranno a dominare tra gli animali.
Dal nostro punto di vista, antropocentrico, ci ostiniamo a considerare le estinzioni qualcosa di tragico o di evitabile, mentre si tratta di naturali cicli ecologici della vita. La biodiversità ha un respiro proprio, che non coincide con le aspettative umane. Anche perché l’uomo è inevitabilmente parte del gioco.
Di sicuro sempre più appassionati in tutta Italia frequentano ristoranti che hanno inserito nei loro menù preparazioni e piatti a base di insetti, e non solo ristoranti cinesi o della cucina del sud est asiatico, ormai.
«Il tilt della sostenibilità alimentare spinge a trovare nuovi cibi e gli insetti, essendo ricchi di nutrienti sono da tenere in considerazione». Ma al momento si tratta, almeno per l’Italia «di un futuro molto distante. In Europa è invece già un passato prossimo». Saranno soprattutto «le farine, come quella di grilli, a entrare nella dieta delle persone ma serve una legislazione in merito». E se avete ancora dubbi «provate ad assaggiare. È solo una questione di mentalità». Certo o li si ama o li si odia ma non si può ignorare che siano un cibo proteico ed a bassissimo costo.
Il problema della percezione psicologica degli insetti, sedimentata nella storia dell’uomo occidentale è stato oggetto di tanti studi scientifici. Lo scrittore e specialista di cavallette Jeffrey A. Lockwood ha dedicato un libro alle conoscenze e all’ ipotesi sull’impatto degli insetti sulla psicologia umana, in particolare a spiegare perché gli insetti (ma soprattutto i ragni) suscitano disgusto e paura (o a volte passioni) e possono scatenare fobie che si può provare trattare.
Dunque, gli insetti sono stati sdoganati. Ormai non sono più solo argomento per pochi entomologi ma saranno sempre più oggetto del nostro quotidiano.
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