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Le tartarughe non escono mai dal guscio: smontiamo un mito

pubblicato il 23/04/2025
Le tartarughe non escono mai dal guscio: smontiamo un mito
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La verità sul guscio delle tartarughe

Quando pensiamo alle tartarughe, è facile che la nostra mente si affolli di immagini viste nei cartoni animati: simpatiche creaturine che, al primo segnale di pericolo, escono o rientrano dal loro guscio come se si trattasse di uno zaino. In alcune versioni più fantasiose, addirittura se lo tolgono, lo dimenticano o lo usano come elmo.

Ma la realtà biologica è molto diversa, e spesso sorprende chi non ha mai approfondito davvero il mondo di questi antichi rettili.

Un legame indissolubile

La verità, semplice ma spesso trascurata, è questa: le tartarughe non possono uscire dal proprio guscio. Mai. In nessuna circostanza.

Il guscio non è un accessorio, né una “casetta” portatile. È una parte integrante del corpo dell’animale. Anzi, per essere precisi, è il corpo dell’animale — o almeno una parte fondamentale della sua struttura ossea.

Guscio e scheletro: un’unione indissolubile

Per comprendere meglio, facciamo un piccolo viaggio nella biologia delle tartarughe. Il guscio è composto da due parti: il carapace (la parte superiore, convessa) e il piastrone (la parte inferiore, piatta). Queste due sezioni sono collegate da una struttura ossea detta ponte e formano una corazza chiusa che racchiude gran parte degli organi vitali.

La parte sorprendente? Il guscio è fuso con la colonna vertebrale e le costole della tartaruga. Le ossa del guscio non sono separate dallo scheletro: sono parte dello scheletro stesso.

Immaginare una tartaruga che esce dal guscio è come immaginare un essere umano che si sfila la colonna vertebrale: impossibile.

Da dove nasce il mito?

Il fraintendimento è comprensibile. Generazioni sono cresciute con cartoni animati e film dove le tartarughe si comportano come personaggi buffi e antropomorfi: entrano ed escono dal guscio come da un sacco a pelo o lo dimenticano in giro.

Questa rappresentazione è spesso adottata per rendere i personaggi più dinamici o simpatici, ma ha ben poco a che fare con la realtà zoologica.

In verità, qualsiasi tentativo di separare una tartaruga dal suo guscio è incompatibile con la vita. Sarebbe come tentare di rimuovere una parte del suo corpo vitale.

Il guscio è sensibile

Un aspetto poco noto è che il guscio non è insensibile o duro come la pietra. È vero che ha una funzione protettiva, ma non è una corazza inerte. Il guscio è ricco di terminazioni nervose e vasi sanguigni: le tartarughe sentono se vengono toccate, sfiorate o colpite.

Chi ha una tartaruga domestica lo sa bene: molte reagiscono al contatto sul guscio, ritraendosi o muovendosi con fastidio. In alcuni casi, lo gradiscono. Perché? Perché il guscio fa parte del loro sistema nervoso.

Un guscio che cresce con lei

Una domanda comune è: “Il guscio cresce insieme alla tartaruga?” La risposta è . Proprio come le nostre ossa, anche il guscio delle tartarughe cresce con loro.

Non lo cambiano come i granchi cambiano il carapace o i serpenti la pelle. Il guscio si sviluppa con nuovi strati di cheratina (la stessa sostanza di unghie e capelli), che lo rinforzano man mano che l’animale cresce.

In conclusione

Le tartarughe sono animali straordinari, con una storia evolutiva di oltre 200 milioni di anni. Il loro guscio è un capolavoro di ingegneria naturale, unico nel suo genere.

Pensarle come creature che possono uscire dal loro guscio è un errore comune — ma smascherarlo è un’occasione per apprezzarle di più per quello che sono davvero.

La prossima volta che vedrai una tartaruga nei cartoni animati fare capriole fuori dal guscio… sorridi pure, ma ricorda: nella realtà, non se lo possono togliere. Neanche volendo. E va bene così.

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