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Molto più che equilibrio: il mondo sensoriale nascosto nelle vibrisse del gatto

pubblicato il 09/10/2025
Molto più che equilibrio: il mondo sensoriale nascosto nelle vibrisse del gatto
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Le vibrisse del gatto: molto più che semplici baffi

Quando si pensa alle vibrisse, o baffi, del gatto, l’idea più comune è che servano soltanto a mantenere l’equilibrio. È una convinzione radicata, ma in realtà non del tutto corretta. Le vibrisse non hanno alcun ruolo diretto nella capacità del gatto di mantenere la stabilità del corpo: non influenzano il sistema vestibolare né la postura. Eppure, questi sottili peli rigidi che sporgono dal muso e da altre parti del corpo sono strumenti sensoriali straordinariamente complessi, indispensabili per l’orientamento, la comunicazione e la percezione dell’ambiente.

Strumenti di percezione ipersensibili

Le vibrisse sono molto più spesse e profonde rispetto ai normali peli del mantello, e si inseriscono nella pelle attraverso follicoli riccamente innervati. Ogni vibrissa è collegata a un gruppo di terminazioni nervose che inviano informazioni al cervello su qualsiasi minima variazione dell’aria o contatto con un oggetto.

In pratica, funzionano come radar biologici. Quando il gatto si muove al buio o in spazi ristretti, le vibrisse captano la posizione di ostacoli e superfici, permettendogli di orientarsi anche senza l’aiuto della vista.

Una guida per la caccia e la precisione dei movimenti

Durante la caccia, le vibrisse assumono un ruolo ancora più importante. I gatti le utilizzano per valutare la distanza dalla preda e calcolare il momento esatto dell’attacco. Quando afferrano una preda, i baffi situati vicino alla bocca — chiamati vibrisse labiali — rilevano i movimenti più impercettibili, aiutando il gatto a capire se la preda è ancora viva o dove si trova esattamente.

Questo spiega perché i gatti riescono a catturare con tanta precisione anche piccoli insetti o topolini nel buio più totale.

Comunicazione e stato emotivo

Le vibrisse sono anche uno specchio delle emozioni del gatto. Osservandole con attenzione, si può capire molto del suo stato d’animo:

  • Rilassato: baffi orientati lateralmente
  • Curioso o allerta: vibrisse proiettate in avanti
  • Spaventato o minacciato: vibrisse appiattite contro il muso

Questo movimento non è casuale: è controllato da piccoli muscoli facciali che rendono le vibrisse uno strumento di comunicazione non verbale, sia verso l’uomo che verso altri gatti.

Un aiuto per l’orientamento nello spazio

Oltre al ruolo nella caccia e nella comunicazione, le vibrisse aiutano il gatto a valutare gli spazi. Si dice spesso che il gatto “misuri” una fessura o un passaggio con i baffi: è vero. La lunghezza delle vibrisse corrisponde approssimativamente alla larghezza del corpo del gatto, e grazie alla loro estrema sensibilità tattile, possono dirgli se riuscirà a passare senza restare incastrato.

Mai tagliarle: una regola fondamentale

Proprio perché sono così sensibili e collegate al sistema nervoso, le vibrisse non devono mai essere tagliate. Un gatto privato dei suoi baffi può diventare disorientato, insicuro nei movimenti e incapace di interpretare correttamente lo spazio circostante.

Sebbene i baffi ricrescano, la loro perdita temporanea può generare stress e confusione.

Un sofisticato sistema sensoriale

In definitiva, le vibrisse sono molto più di semplici “baffi”. Sono parte integrante del modo in cui il gatto percepisce e interpreta il mondo. Attraverso di esse il felino “vede” l’aria, sente le distanze e comunica il proprio stato emotivo.

Sfatato il mito dell’equilibrio, resta la meraviglia di scoprire come un dettaglio così piccolo racchiuda un’intera dimensione di sensibilità e intelligenza.

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