Che alcune specie animali si addormentano in inverno per svegliarsi in primavera è cosa nota a tutti. In realtà non si tratta di un vero e proprio sonno, ma un rallentamento della respirazione, un battito cardiaco rallentato, la temperatura corporea che arriva a circa dieci gradi, la digestione è inesistente, e gli animali in questo periodo che è denominato “Letargo” non hanno quasi sensibilità.
Il lungo letargo invernale fa parte dell’orologio biologico di gran parte delle specie animali che, prima di addormentarsi, cercano di accumulare scorte di cibo sufficienti per sopravvivere senza nutrirsi durante questo arco di tempo. Il risveglio, che avviene solitamente con l’inizio della bella stagione, dipende in particolare da due fattori: la variazione della lunghezza delle giornate e l’aumento delle temperature.
Ogni animale accumula nel grasso corporeo le sue riserve di energia, perché il letargo potrebbe durare anche mesi; ma gli animali – contrariamente a quanto crediamo – non sono i soli ad ‘addormentarsi’ anche gli alberi, ad esempio, rallentano le loro funzioni perdendo le foglie, e poi mettendo le gemme, che diventeranno fiori in primavera, quando tutto ricomincia.
Il risveglio dura da una a sei ore e avviene generalmente in due fasi:
la prima, detta “termogenesi senza brivido”, consiste nel riscaldare e rifornire di ossigeno il torace, la testa, il cuore, la colonna vertebrale e il cervello “bruciando” le riserve di grasso accumulate nel tessuto adiposo presente nella zona del collo e delle spalle.
la seconda, la “termogenesi con brivido”, serve a riscaldare tutto il corpo generando brividi muscolari attraverso la secrezione di ormoni (i corticosteroidi prodotti dalle ghiandole surrenali e l’insulina secreta dal pancreas), che accelerano il risveglio.
Il fenomeno del letargo ha suscitato una miriade di studi effettuati in diversi Istituti sparsi nel mondo. Uno studio, ad esempio, ha sottolineato i importanti particolari del letargo degli orsi. Il battito cardiaco degli orsi, durante il ‘sonno’ passa da 55 battiti a 14 al minuto, con pause senza pulsazioni anche di 20 secondi.
La valenza di questo tipo di ricerche potrebbe essere quella di aiutare la medicina tradizionale a fare progressi nel campo di malattie come l’osteoporosi o l’atrofia muscolare. Scoprendo la base genetica di questa capacità si potrebbe rallentare il metabolismo umano e di conseguenza l’avanzare della malattia per sottoporsi a cure.
Non tutti gli animali si comportano allo stesso modo. Ovviamente. Lo scoiattolo cambia stile di vita, si procura tanto cibo e lo sistema nel suo nido, dove trascorre l’inverno. Il cibo viene nascosto in posti diversi, e ogni giorno esce dalla sua tana e va a prendere il cibo conservato negli altri depositi. I piccoli roditori, invece, abbassano la loro temperatura corporea di quasi 10 gradi e riducono di un quinto il numero di battiti cardiaci.